
Inchiostro
Per i loro primi giorni di scuola Laura e Cristina non avevano avuto a disposizione l’inchiostro simpatico, quello che serviva per tracciare le mappe del tesoro, ma un inchiostro nero e antipatico, versato dalla maestra nei calamai dei banchi di legno.
Dopo la prima settimana avevano i polpastrelli macchiati e la netta consapevolezza che scrivere era difficile, i pennini stridevano sulla carta, erano appuntiti come baionette e a scuola si era già aperta una guerra con gli altri scolari, tutti bambini di montagna, insofferenti per le lunghe mattine da passare in aula. Allora si guardava speranzose agli abbecedari, con le lettere perfettamente tracciate e disegni colorati e rassicuranti: la scrittura non era nemica della natura, la E era E di edera e la P era P di pecora. La A era A di aereo e conteneva la promessa che imparare a leggere ci avrebbe fatto viaggiare sulle ali della fantasia.